Un primissimo piano dal taglio coraggioso quello proposto da Oreste Sorace.
Il titolo esplicita l’intenzione dell’Autore di rappresentare, in primo piano, un volto connotato da una chiara espressione di natura “diabolica” .
Il ritratto è sostenuto da alcuni elementi primari, vale a dire dagli occhi, quali componenti dell’apparato oculo-visivo, e dallo sguardo unitamente ad una fissità posturale.
E’ evidente la scelta strategica di intensificare la capacità espressiva del soggetto, mediante il taglio di una parte della fronte e del mento, sì da costringere il lettore ad una osservazione focalizzata sugli elementi di forza dell’immagine, nell’ambito di una ulteriore scelta cromatica, finalizzaa anch’essa a conferiere una senzazione suggestiva di un momento onirico lambito da lontane reminiscenze surrealiste.
Lo sfondo, uniforme e completamente nero appare in linea con la filosofia alla quale si è ispirato l’Autore, basata sulla presenza di una fonte di forti sensazioni.
Relativamente alla componente estetica dell’immagine, si rileva un eccessivo scurimento dell’altra metà del volto, che non permette un sufficiente filtraggio di alcuni particolari che, sia pur minimi, avrebbero dovuto intravedersi maggiormente e che non avrebbero mutato “l’impronta” alla base dell’opera o, forse, avebbero potuto enfatizzala.
La scelta di una fotografia in primo (o pimissimo piano) esige, di per sé, particolare attenzione verso tutti gli aspetti, ivi compresi, quelli più minuti e apparenemente meno imporanti.
MARCELLO RICCI
Docente del Dipartimento Didattica Fiaf
B.F.I – SEM (Fiaf)