L’immagine di Marchioro si caratterizza, sostanzialmente, per la chiara rappresentazione del volatile, a volo radente e ad ali spiegate, ripreso in un momento in cui è facilmente possibile l’identificazione della specie attraverso i suoi particolari visibili. A ciò, che costituisce fattore documentario, si unisce il complesso delle scelte tecnico-espressive che meglio qualifica l’opera del fotografo fornendo ulteriori elementi aggiuntivi.
Si intende, con questo, il riferimento ad una composizione nella quale il soggetto si trova al centro geometrico dell’inquadratura, scelta atta a comunicare al fruitore che l’unica cosa da considerare, ai fini della comprensione dell’idea primaria concepita al momento dello scatto, è il volatile, ubicato, intenzionalmente, in una posizione che esprime un concetto di perfezione scenica e strutturale.
Il suddetto concetto, in fondo, è automaticamente dimostrato dall’assenza assoluta, nel campo d’immagine, di altri e diversi elementi secondari che, secondo l’Autore, avrebbero, nel caso specifico, causato inopportunità o disturbo.
L’Autore, inoltre, ha deciso lo scatto in presenza di una particolare base ambientale che mostra il riflesso scuro della sagoma, il tutto assistito da una luce calda, particolarmente espressiva nella visione, e da una sfocatura selettiva idonea per un maggiore risalto del soggetto.
Ferme restando le osservazioni qui sopra esplicitate, l’occasione fotografica può fornire l’opportunità di scegliere anche altre soluzioni, alcune delle quali basate sulla tecnica del mosso applicata, – direi solo in modo parziale -, al volatile e sulla inclusione, nell’inquadratura, di qualche particolare al fine di rivelare, pur in limitata misura, una contestualizzazione comportante la conoscenza del “dove” e del “quando” come sub-derivati della “cosa” che è comunque rappresentata.
Tali scelte potrebbero contribuire a fornire elementi cognitivi relativi all’ambiente di vita come pure a strutturare più efficacemente l’immagine nel suo insieme.
Altresì sarebbe consigliabile effettuare la ripresa nel momento in cui il soggetto, in volo verso la destra, si trova asimmetricamente sbilanciato sulla sinistra oltre la metà della verticale. Si potrebbe così creare una “aspettativa” dinamica verso la direzione opposta, cioè una tensione strutturale originata da un movimento effettivo non ancora compiuto e, dunque, ancora da verificarsi.
Quanto sopra vuole essere una tra le molte occasioni per meditare su quante siano, in fotografia, le opzioni da affrontare, in onore di quella cosa meravigliosa che è la comunicazione visiva.
Marcello Ricci