Una delle caratteristiche più affascinanti che possiede l’atto fotografico è il suo valore di rivelazione, valore che si manifesta in massima misura nelle fotografie d’azione dove tutto è così rapido da sfuggire all’umana percezione.
La fotografia di Bernini piace perché semplicemente quelle espressioni dei giocatori sono nuove anche per coloro che hanno assistito alla gara perché resi ciechi dallo svolgersi velocissimo dell’evento.
E’ indubbia la bravura del fotografo anche se aiutato dalle moderne attrezzature di ripresa capaci di scattare in rapida sequenza e con tempi rapidissimi che consentono di gelare il movimento anche con lunghe focali. Nessuno può, certo, negare che le tecnologie digitali siano di grande aiuto.
Tuttavia l’”inconscio tecnologico” (Vaccari) da solo non sarebbe sufficiente e il valore decisionale dell’autore al momento dello scatto risulta fondamentale.
In post- produzione ha dovuto essenzializzare tramite un taglio deciso delle proporzioni che può far storcere il naso a qualcuno ma che personalmente ritengo assolutamente legittimo.
Osserviamo la fotografia: ogni espressione dei soggetti aggiunge valore al momento sportivo anche se il rapporto di maggior valore sta tra i due giocatori in primo piano, leggermente disturbante la presenza del giocatore alle spalle del portatore di palla perché toglie un po’ di efficacia. Ottimo lo sfondo sfuocato e cromaticamente coerente.
Una foto ben riuscita guardata con piacere anche da coloro che non amano particolarmente la fotografia sportiva.
Roberto Evangelisti