L’immagine mostra una libellula posata su di un rametto. Una proposta molto semplice ma suggestiva di alcune interessanti osservazioni.
E’subito evidente la scelta dell’utilizzo del formato quadrato, una figura geometrica definita “perfetta” (come, del resto, lo è il cerchio), di solito adatta a rappreentare soggetti statici caratterizzati da una situazione di stabilità.
Da una attenta analisi si rileva, invece, che gli elementi costitutivi di essa immagine
rendono l’idea di una struttura con una tendenza dinamica dovuta non soltanto alla posizione obliqua del rametto ma anche a quella della libellula la quale, malgrado che per l’insetto stesso sia un fatto naturale, alla visione, sembrerebbe trovarsi in equilibrio precario, vale a dire in una condizione di apparente instabilità.
Per quanto su esposto, si può presupporre che l’Autore abbia considerato, nella scelta del formato, l’assenza di ulteriori elementi nella scena priva, tra l’altro, di contestualizzazione, ove il soggetto è rappresentato in un campo estremamente scuro.
Una struttura più complessa, infatti, avrebbe richiesto un formato rettangolare, più idoneo per l’attuazione di forme compositive diverse capaci di una più ampia compiutezza espressiva.
Si può anche presumere che si sia voluto dare un particolare risalto al soggetto stesso in quanto tale. E’, comunque, rilevabile l’esigenza di corredare l’unico elemento-soggetto utilizzato nell’immagine con una appropriata contestualizzazione – con conseguente scelta del formato rettangolare – , a meno che non si intenda conseguire,. nella ripresa, scopi differenti.: ad esempio utilizzare l’immagine della libellula, ritratta di per sé , a fini naturalistici o scientifici. Cosa, questa, però, che necessita di una rappresentazione più esaustiva e tecnicamente perfetta.
Relativamente alla tipologia di immagine qui in esame, è altresì consigliabile porre particolare cura nella ricerca di una migliore focheggiatura come pure di una maggiore nitidezza in fase di controllo del movimento in modo da scongiurare l’ effetto “micromosso”.
Marcello Ricci