Nell’era moderna, ovvero nei nostri tempi siamo stati presi dalla fantascienza e dall’indagine sull’infinito. Tutto ci incuriosisce e la fotografia a volte ci introduce in questo sogno. A parte il titolo “La solita goccia”, che può limitare l’interpretazione dell’immagine, l’estetica della stessa è tutta rivolta all’illustrazione di un universo nel quale un mondo sta precipitando in un buco nero. Ci sono nelle Galassie questi buchi neri che attirano le stelle e i pianeti e dei quali non conosciamo il mistero. Forse vanno verso l’annullamento o forse verso una rinascita dal caos.
Così questo rosso intenso, pittorico, con sfumature viola, è come un poema primitivo che ci parla di un vortice nel quale una goccia, o io preferisco pensarlo, un pianeta compie la sua metamorfosi finale.
La tecnica della foto ravvicina e della macrofotografia ci portano a vedere cose che altrimenti resterebbero non visibili e che invece sono sorprendenti e ci portano a comprendere meglio la natura fisica, chimica e viva delle cose. Credo che Roberta Silvestro dentro di se abbia avuto questa motivazione.
Giorgio Tani