Sette piani di luce e ombra si alternano in questa scena formato cinemascope come i sette veli dell’omonima torta del pasticcere più bravo al mondo Iginio Massari: e come nel dolce possiamo assaporare ogni strato distintamente uno dall’altro per godere dell’armonia del sapore complessivo, qui i vari piani tonali che si alternano tra chiari e scuri, concorrono a creare un’atmosfera struggente, capolavoro di una natura perfetta.
La ripetitività delle forme rosee dei fenicotteri riflesse nel lago immobile fa sì che l’occhio percepisca il movimento là dove realmente non c’è: il gioco dello specchio che duplica le pose crea un ritmo come le note su un pentagramma e la fissità diventa movenza, eleganza, equilibrio.
La simmetria e le proporzioni della scena concorrono alla sensazione di pace che pervade il lettore ad un primo sguardo. Un’osservazione più attenta ci rivela però altri dettagli: due uccelli in movimento al centro dell’immagine , un canneto sul terzo a sinistra, una serie di alberi sullo sfondo che fanno da cornice all’intero paesaggio lacustre.
La nitidezza e la luminosità dei primi due piani che riempiono metà del fotogramma si contrappongono alla sensazione di nebbia e alla maggior oscurità dei piani lontani: man mano che allontaniamo lo sguardo, l’atmosfera desaturata e statica del paesaggio intorno entra a far parte della scena come co-protagonista e allora il soggetto principale muta e il cosa iniziale identificato con i fenicotteri diventa il tutto e il contrasto tra la fila ordinata e coloratissima e le forme indefinite e sbiadite del contorno si fa ancora più forte.
L’autrice è evidentemente sensibile al colore, attratta dalle tinte forti, che sembrano uscire dal quadro proprio in virtù della quinta sbiadita e rarefatta del contesto, funzionale al significante della foto. Il rosa, colore della dolcezza, della delicatezza, dell’affaccio alla vita è avvolto dal grigio/blu austero e tristemente elegante della scena: insieme suggeriscono il periodo di picassiana memoria dove la vitalità abbagliante e il senso di pace profondo sono le due facce di un unico paesaggio esistenziale.
Daniela Marzi