La funzione primaria di ogni immagine è il senso di meraviglia che riesce a trasmettere che ha, come conseguenza, la capacità di lasciarci sorpresi, meglio se piacevolmente. Dato per assolutamente certo questo assunto non possiamo che accettare con interesse questa fotografia di Carlo Calloni. Interesse stimolato dal personaggio effigiato che si presenta in maniera assolutamente anticonvenzionale: pelliccia leopardata, scalzo con orecchini ed anelli mente tiene al guinzaglio un fantoccio a forma di struzzo rappresentato in maniera fortemente stilizzata.
Tutto è sorprendentemente nuovo e inaspettato, anche l’ambiente è incoerente con il soggetto e tutto è tipicamente in ottica surrealista secondo quella definizione del poeta Lautreamount citata da Max Ernst nella quale si afferma che mettendo in relazione elementi tra loro estranei vengono stimolati nello spettatore i meccanismi dell’immaginazione onirica.
E’ difficile fare una fotografia in ottica surrealista, per questo quando viene scelta questa strada bisogna procurarsi elementi inconciliabili e successivamente metterli in relazione tale da suscitare positivi comportamenti di risposta, così come ha fatto Carlo Calloni nella sua “Lio”.
Coerente anche la scelta del bianco/nero. Bravo l’autore moderna la fotografia.
Roberto Evangelisti