La foto si intitola “Guglielmo” autore Valtere Cassuola.
La foto di Valtere Cassuola è impressionante. E non perché è perfetta nel bianconero e nella composizione d’insieme. Niente è fuori posto, la finestrella con le sbarre, il buio interno, il vuoto. Non è quindi la forma che colpisce ma è piuttosto il contenuto ovvero lo sguardo del detenuto. Chiede perché, con tristezza, con rassegnazione. Mi chiamo Guglielmo, sono un amico, che ho fatto di male?
Una bella fotografia sta soprattutto nell’idea che l’autore vuol manifestare. Perché è nell’idea e direi ancora di più nel concetto che si forma il messaggio. Poi ci sono i segni che lo determinano, possono essere parole, possono essere luci e ombre e possono essere due “mani” che attraversano le sbarre. Quanti esempi simili abbiamo visto a cominciare da Cartier Bresson e ci hanno fatto pensare. La vita è libertà e la fotografia ha la straordinaria possibilità di dimostrarcelo, questa volta per mezzo di un cane di nome Guglielmo.
Giorgio Tani