L’Autore ci presenta il ritratto di una ragazza, una immagine con una struttura semplice ma portatrice di diverse peculiarità .
Una postura costituita da elementi denotanti di facile intendimento in una tipologia compositiva che prevede il soggetto sistemato al centro del campo di inquadratura, immerso in uno sfondo completamente scuro e privo di elementi secondari di contorno.
Due scelte operative (fattori visuali) del paralinguaggio fotografico che hanno lo scopo di conferire la massima evidenza al soggetto con la sua centralità e facendolo risaltare sensibilmente, accentuandone l’importanza, con l’utilizzo di uno sfondo molto scuro privo di dettagli.
L’atteggiamento posturale della ragazza appare chiaramente impostato, mentre la scelta operativa della ripresa frontale e lo sguardo intenso orientato verso l’operatore tendono a definire un carattere volitivo, sicuro e determinato, accompagnato da uno spiccato e risoluto temperamento come sembra trapelare anche dalle labbra ben chiuse.
Non posso, però, esimermi dal ripetere una osservazione che ho già fatto altre volte.
Nel caso in esame, infatti, la posizione degli arti superiori mette in risalto la visione di due braccia apparentemente amputate, cioè prive delle mani che, nel ritratto, sono, di per sé, fattori espressivi di enorme rilievo sia per ragioni estetiche che per la tipologia e la forza della comunicazione da lanciare.
In merito, si potrebbe obiettare che l’espressione della risolutezza del carattere, cosa presumibilmente ricercata mediante la postura incrociata delle braccia, avrebbe potuto essere conseguita in altro modo, senza rinuncia alcuna alla forma ed al contenuto.
Altro elemento di rilievo è la capigliatura, folta e articolata, sovrastante l’insieme della figura, che si presume idealizzata come uno degli “elementi visuali” (forma e volume) che costituiscono “valori visuali” dell’immagine .
Pertanto, sembrerebbe di capire che tale capigliatura avesse la capacità di indurre, nel recettore, sensazioni ed emozioni richiamanti i concetti di Fascino, Charme e Sex- appleal, in altre parole di “glamour”.
E’ utile qui ricordare che la fotografia è un mezzo espressivo, cioè capace di esprimere. Il fotografo, con idonee scelte espressive, dovrà dare all’immagine una struttura portante dei messaggi i quali integrano i contenuti destinati alla comunicazione.
E possibile, quindi, comunicare idee, nozioni, pensieri, emozioni, sensazioni, sentimenti, stati d’animo ecc. mediante l’attuazione di un particolare linguaggio, cioè con un insieme di “segni” atti a comunicare; vale a dire con un sistema organizzato composto di “segni” e di “regole”.
Altresì, è utile evidenziare. che l’analisi strutturale dell’immagine, composta di varie fasi del procedimento di lettura, è un cammino difficile, complesso e delicato, in particolare ove sussistano aspetti che, in qualche modo, possano coinvolgere l’ambito della esistenzialità.
Tutto ciò esige capacità, esperienza, sensibilità e prudenza al fine di ottenere un risultato di lettura completo e corretto.
Detto questo, ritengo verosimilmente credibile obiettare che il concetto di “Glamour” non sembra emergere con chiarezza e resta circonfuso nella incertezza degli elementi dai quali esso dovrebbe scaturire.
Come pure ritengo utile consigliare l’impiego di qualche particolare, un dettaglio, talvolta in apparenza insignificante, che permetta una più chiara individuazione dei messaggi desiderati ed una più facile veicolazione verso la comunicazione voluta dall’Autore.
Marcello Ricci