La fotografia proposta da Lorenzo Antoci sembra appartenere ad una scena teatrale. Sull’immaginario palcoscenico, grazie alla luce sapientemente dosata emergono dal nero i protagonisti. Due più evidenti: il segno e lo scritto e, quasi completamente celato, il terzo: Il volto di un uomo. La scelta compositiva è tutta giocata sul contrasto tra nero e bianco e la relazione tra gesto, segno e presenza. Un triangolo dalla grande forza comunicativa che non lascia possibilità di errori interpretativi. Siamo di fronte ad una scenografia che ci porta a riflettere su uno dei fenomeni della modernità. La meraviglia della facile comunicazione che quando si trasforma in un bisogno eccessivo che supera la necessità si può trasformare in dipendenza. L’uomo come presenza nascosta rende l’immagine universale e la parola, leggibile dallo spettatore, che a quel punto è chiamato in causa, è un rafforzamento del messaggio sotteso.
Orietta Bay