Veramente interessante l’immagine di Irene Antonelli. Un ritratto in primo piano che possiede i requisiti previsti per tale categoria.
E’ ben evidente che l’Autrice ha ricercato, con l’applicazione di idonee scelte, di conseguire una chiara e forte espressività.
E’ altresì evidente che tale espressività sia stata ottenuta con un giusto punto di ripresa frontale con chiara enfatizzazioine sul volto della ragazza ove gli occhi e lo sguardo costituiscono il punto focale e la ragion d’essere stessa di questa fotografia.
E’, questo, uno dei casi in cui potremmo chiamare “punctum” l’intensa fissità dello sguardo capace di impegnare emozionalmente lo stesso fotografo.
Non può altresì essere trascurata la scelta del fondale, completamente scuro, la sciarpa sulla testa, e, comunque, l’assenza di particolari i quali, nel caso in esame, avrebbero agito negativamente, distraendo l’attenzione da quel flusso visivo che sembra penetrare realmente nella mente e nei sensi dell’osservatore comunicando non solo sensazioni ma rivelando anche alcune caratteristiche della personalità e del carattere della ragazza.
Una immagine, dunque, di un soggetto che, con certo velato surrealismo, sembra provenire dal nulla.
Essa è capace di trasmettere, nell’insieme, più di quanto potrebbe semnbrare.
La parte in alto sulla sinistra, completamente illeggibile, ritengo possa essere , vista, pertanto, coerente con la filosofia che ha ispirato l’Autrice.
Inoltre, il Bianco e Nero qui si riscopre portatore di potenzialità astrattive, emozionali e comunicazionali che fanno dimenticare la banalità di una realtà vista, nel consueto, con i suoi colori naturali.
Marcello Ricci