La scopofilia è fondamentale e insita nell’attività fotografica, ma anche coloro che non praticano la nostra arte la usano perché fa parte di quel guardare che è sempre rivolto alla ricerca della gratificante bellezza. I musei sono nati anche e soprattutto per questo.
Marco Taccola autore di questa immagine trovandosi a New York non poteva non recarsi al Moma e non poteva non soffermarsi sulla rappresentazione di Madame Philippe Panon, dipinto di M. G. Benoist realizzato all’inizio dell’800. La perfezione del dipinto di questa allieva di J.L. David è avvincente.
L’autore sapeva, anche, che in questo museo le occasioni per scattare foto non mancano e proprio davanti a quest’opera ha trovato un visitatore intento a “clonare” Madame Philippe.
Il punctum Barthesiano di questa immagine è il blocco degli schizzi che tiene in mano il soggetto principale che fotografato di spalle diventa impersonale. Bravo Taccola che ha scelto la giusta angolazione per farci vedere il contenuto.
Altro elemento che coinvolge l’osservatore sono gli sguardi di Madame Philippe e del figlio ed anche quello dell’autoritratto di M. Denise di Villers nel quadro accanto. Tutti e tre guardano il fotografo e di conseguenza anche noi che osserviamo la foto.
Nelle note critiche non si evidenziano quasi mai gli aspetti tecnici. Questa volta nel caso della fotografia di Taccola voglio segnalare l’eccelsa qualità tecnica che fornisce un risultato quasi tridimensionale. Personalmente nella qualità ci credo, complimenti all’autore!
Roberto Evangelisti